Buongiorno viandanti!
Allora, recenti avvenimenti della mia vita, hanno fatto sì che impazzissi ancora di più ed è per questo che vi presento la mia versione de "La Bella e la Bestia"! Io mi sono divertita un mondo a scriverla... spero di divertire anche voi!
Un baciotto per il momento...
La Bella e la Bestia
C’era una volta, in un piccolo paesello nel sud della Francia, un giovane principe, ricco, viziato ed egoista. Trascorreva le giornate nel castello a far baldoria. Di giorno andava a caccia di lumache e lombrichi, mentre di notte gozzovigliava nella sala del trono a suon di musica disco dance. Si attorniava di fanciulle giovani e seducenti e per entrare al castello bisognava prima fare un casting di bellezza.
Allora, recenti avvenimenti della mia vita, hanno fatto sì che impazzissi ancora di più ed è per questo che vi presento la mia versione de "La Bella e la Bestia"! Io mi sono divertita un mondo a scriverla... spero di divertire anche voi!
Un baciotto per il momento...
La Bella e la Bestia
C’era una volta, in un piccolo paesello nel sud della Francia, un giovane principe, ricco, viziato ed egoista. Trascorreva le giornate nel castello a far baldoria. Di giorno andava a caccia di lumache e lombrichi, mentre di notte gozzovigliava nella sala del trono a suon di musica disco dance. Si attorniava di fanciulle giovani e seducenti e per entrare al castello bisognava prima fare un casting di bellezza.
Sfortunatamente per lui, durante una fredda notte d'inverno,
una vecchia mendicante si presentò al suo cospetto, chiedendo al giovane un riparo
dal freddo pungente.
Le guardie si erano intenerite vedendo la povera vecchia vestita
di stracci, tutta tremolante, così la lasciarono entrare a castello. Il
principe però, che era veramente un uomo tronfio, quando la vecchina in cambio
dell’ospitalità gli offrì una rosa, decise di cacciarla.
Lei, davanti agli occhi di tutti, si trasformò in una splendida
fata e, come punizione per la cattiveria del giovane sovrano, gettò un
incantesimo su tutto il castello, trasformando il principe in una orribile
bestia e gli altri presenti in orribili mostriciattoli a tre occhi e sei
zampette, ragazze/modelle incluse. Solo se il principe fosse riuscito a farsi
amare prima che la rosa incantata sfiorisse, sarebbe tornato uomo.
In un villaggio vicino viveva Belle, una ragazza molto
strana: amava leggere e non usciva quasi mai, se non per andare in libreria o in
biblioteca. Non si accorgeva neppure della presenza di Gaston, l'idolo palestrato per il quale smaniavano le
ragazze del paese. Si sentiva addirittura più figo di Sam Heughan: diceva a
tutti di essere stato scelto per interpretare Jamie nella serie tv di Outlander,
parte che rifiutò per non rovinare la sua splendida chioma nera con una
tinta rossiccia. In attesa di "migliori" ingaggi, egli sviluppò una vera e
propria ossessione per Belle, sfiorando addirittura lo stalking. Gaston decise
che avrebbe sposato la ragazza, senza nemmeno chiedere il suo parere, tanto convinto
che nessuna potesse resistergli.
Belle d’altro canto trovava il giovane terribilmente
noioso, addirittura borioso e senza cervello. Preferiva i libri al suo continuo
specchiarsi e pettinarsi, e ogni volta che lo incrociava non poteva far a meno
di pensare che il libro “Cento colpi di spazzola” avrebbe dovuto parlare di lui e delle sue manie.
Il padre di Belle, un inventore di nome Maurice, dopo anni
di duro lavoro, un giorno collaudò la sua curiosa macchina "spacca-tutto".
"Funziona!" gridò, quando lo strano marchingegno improvvisamente
prese vita con un forte rombo. Finalmente, dopo anni e anni di prese in giro,
Maurice poteva presentare alla fiera annuale del paese accanto (soli duecento
chilometri di distanza) una propria invenzione.
L’uomo partì, fiero di sé stesso, convinto di poter vincere
il primo premio, diventando così famoso.
Belle era speranzosa: se il padre avesse avuto fortuna, la
loro vita sarebbe cambiata e lei non avrebbe più dovuto sopportare le continue
attenzioni di quel fallito di Gaston. Alla ragazza non piaceva stare in quel
paesino e sognava qualcosa di diverso, qualcosa più simile ai libri che
leggeva: un bel scozzese con un castello, un imprenditore con gli occhi grigi e
un elicottero... si sarebbe accontentata persino di un raccoglitore di ghiaccio
di Arendelle.
Durante il tragitto verso la fiera, Maurice si accorse d’aver
sbagliato strada. Aveva messo appunto un marchingegno che funzionasse con Google
Maps, ma in quella maledetta foresta non riuscì ad avere una briciola di connessione,
smarrendo così la diritta via.
"Andiamo di qua, Philippe" disse l'inventore,
rivolgendosi al cavallo ed entrando ancor più nelle profondità del bosco.
A un tratto, alcuni ululati minacciosi spaventarono
Philippe, che impennandosi fece cadere il padrone a terra, scappando di
gran corsa poco dopo e abbandonandolo lì da solo. Erano lupi!
Inseguito dalle belve, anche Maurice fuggì correndo come un matto, giungendo infine davanti a un cancello altissimo riportante una minacciosa scritta: "LASCIATE OGNI SPERANZA, VOI CH'ENTRATE". Facendo spallucce davanti al chiaro monito, preoccupato solo di salvarsi la pelle, spinse il cancello, chiudendolo dietro di sé poco dopo e mettendosi in salvo.
Inseguito dalle belve, anche Maurice fuggì correndo come un matto, giungendo infine davanti a un cancello altissimo riportante una minacciosa scritta: "LASCIATE OGNI SPERANZA, VOI CH'ENTRATE". Facendo spallucce davanti al chiaro monito, preoccupato solo di salvarsi la pelle, spinse il cancello, chiudendolo dietro di sé poco dopo e mettendosi in salvo.
Più in là vide un castello. Sembrava abbandonato. Aveva un
aspetto pauroso e lì per lì Maurice valutò seriamente la possibilità di ritornare
nella foresta con i lupi, ma la notte era fredda e proprio in quel momento sentì
il forte fragore di un temporale.
"Sfighella-Eva, oltre al castello infestato, anche i tuoni
adesso… per tutte le barbe di Einstein!" esclamò sconsolato il pover uomo,
facendosi coraggio e spalancando la porta.
"C'è nessuno?" chiese sottovoce.
"Certamente, lei è il benvenuto!" disse una voce femminile
accanto a lui.
"Chi ha parlato?" esclamò Maurice, afferrando un
candeliere acceso e guardando in maniera forsennata attorno a sé.
"Sono qui!" esclamò la voce, mentre il pover uomo
sentiva mille zampette sulle sue caviglie.
Abbassando il candelabro, tutto tremante, vide il mostro che
gli accarezzava la gamba e fece due salti indietro. Spalancò gli occhi per la
paura, mentre i tre occhi della bestiola lo fissavano con ostinazione!
"Una meccanica ingegnosa" esordì con sconcerto. "Non ho mai
visto dei robot tanto intelligenti!"
"Non siamo robot!" esclamò offesa la creatura, chiamando
accanto a sé una seconda bestiola piena di zampette pelose.
"Sai cosa succederà quando il padrone lo troverà
qui?" disse una nuova vocina femminile. "Aveva detto di far entrare solo
ragazze di bell'aspetto. Solo e unicamente ragazze!"
"Ehi, non dare la colpa a me! Sei stata tu a scrivere il
cartello al cancello. Ti sei fidata di Dante Alighieri, quando avresti dovuto
mettere la mia frase: SE SEI DONNA RESTA, SE SEI UOMO SCAPPA. ATTENTO ALLA
BESTIA!"
Già, quello era proprio il castello in cui viveva la Bestia.
Da quando la fata gli aveva fatto l'incantesimo, si vergognava
del suo aspetto e non aveva più permesso a nessuno di vederlo.
"Non potevamo scrivere ATTENTO ALLA BESTIA. Oltretutto avevi
disegnato la caricatura di un mastino inglese accanto alla scritta. Che figura
ci faceva il padrone?" continuò una delle creature, roteando tutti e tre gli
occhi con fare scocciato.
"Non era la caricatura di un mastino inglese! Era il padrone!" esclamò infuriata la seconda bestiola, incrociando a due a due le
braccia lungo il corpo, alzandosi in piedi su due di esse.
La Bestia, sentendo le parole delle due creature e vedendole
discutere animatamente vicine a un vecchio, si infuriò, ringhiando feroce e
mostrando loro tutte le zanne.
Il castello di colpo divenne silenzioso e Maurice, sempre
più spaventato, cominciò a correre verso l’uscita. La Bestia, arrabbiata, afferrò
l'uomo per gli abiti, strattonandolo verso una cella e rinchiudendolo lì per
sempre.
Intanto Belle, in paese, era alle prese con
Gaston. Era uscita per pochi minuti, come ogni giorno, per andare a cantare con
le gallinelle e i pollastrelli, stronellando di sogni e desideri, quando Gaston decise
d’entrare in casa sua di soppiatto per chiederle di sposarlo.
Che idea grandiosa!
La ragazza mandò via da casa sua quel tronfio di un attore
maleducato, super palestrato, che come unico scopo nella vita aveva il
perseguitarla.
Lei aveva altro per la testa: sogni, avventure…
Philippe, correndo come un matto, ancora attaccato al calesse
che trasportava l’invenzione del padre di Belle, tornò a casa, distruggendo i
sogni a occhi aperti della ragazza. Lei capì subito che doveva essere successo
qualcosa di brutto.
"Dov'è papà?" chiese agitata verso il cavallo.
Philippe che non poteva rispondere, mosse la testa in
direzione del bosco da dove era sbucato poco prima.
"Portami da lui Philippe!" esclamò la ragazza, saltando al
galoppo.
Arrivarono al castello e Belle si stupì nel vedere
l’edificio imponente che si stagliava di fronte a lei. Suo papà non sarebbe mai
entrato volontariamente in un luogo simile. Figuriamoci, aveva dovuto
restituire il Dvd di "The Others" noleggiato da Blockbuster perché gli faceva paura la casa in cui era stato girato il film.
Belle, vide un cartello sul cancello recante la scritta “SE
SEI RACCHIA NON ENTRARE, SE SEI FIGA NON TE NE ANDARE!”
Facendo spallucce
verso cotanta stupidità, la ragazza decise di varcare il cancello e fu così che
trovò il cappello del padre. Sicura di trovare Maurice, con coraggio entrò nel castello,
camminando lungo corridoi tetri e bui, salendo scalinate sporche e mal ridotte.
Belle ebbe la terribile sensazione di essere osservata, ma
questo non la indusse a scappare.
"Magari incontrerò anche il fantasma Formaggino!" disse, ridendo
alla sua stessa pessima battuta. Belle aveva un umorismo molto strano, d'altronde
non si poteva pretendere molto da una ragazzina cresciuta senza madre, con un
padre perso sulle proprie invenzioni.
Belle setacciò ogni stanza dell’ala est, quando a un tratto
sentì un vociare al piano superiore. La ragazza prese a salire velocemente un
gradino dietro l'altro, giungendo così alle prigioni del castello, dove la Bestia
aveva rinchiuso il padre.
"Devi andartene subito!" cercò di spiegare lui, preoccupato.
Troppo tardi: la Bestia era proprio dietro Belle.
"Sono venuta per mio padre. La prego, lo liberi!"
supplicò Belle, non sconvolta più di tanto, visto l’aspetto della Bestia, simile a un grosso cane con i denti affilati. Portava addirittura un mantello: quanta
paura poteva fare un cane con un mantello? Era abituata a leggere di bestie più
feroci, più spaventose: nella sua mente si susseguivano immagini di Thestral,
lette nei libri di Harry Potter, di Dissennatori, del Basilisco, persino le
Mandragole le facevano più paura.
La Bestia non ebbe pietà verso la sua supplica."Tuo
padre rimarrà dove si trova!"
Generosamente la ragazza propose uno scambio: in fondo non
ci teneva proprio a tornare in paese per subire ancora gli atteggiamenti
ossessivi di Gaston. "Prenda me al suo posto!" esclamò, vedendosi già portare a spasso la Bestia con un bel guinzaglio blu al collo, ma tenendo per sé quei pensieri tanto strani.
La Bestia accettò la proposta, a patto che Belle rimanesse
al castello per sempre.
"La prego, risparmi mia figlia! La lasci tornare a casa con me!" continuò a
chiedere Maurice, mentre la Bestia lo trascinava via, buttandolo fuori dal
castello. Il padrone del castello però non lo ascoltò e l'inventore fu
costretto a ripartire da solo, su una carrozza stregata che lo trascinò di
nuovo al villaggio.
Tornato in paese, Maurice corse alla taverna da Gaston per
chiedere aiuto, ma nessuno dei presenti volle credere alla storia sulla Bestia e sui mostriciattoli a sei zampe con voce di donna. All'uomo non rimase altra scelta che tornare a casa.
In quello stesso momento, al castello, Bric, Chicca e le altre
bestioline zampettanti cercavano di consolare Belle: la ragazza aveva compreso
che mai e poi mai la Bestia si sarebbe lasciata condurre al guinzaglio da lei e
questo la rese molto triste e amareggiata.
La ragazza decise così di non voler
aver niente a che fare con la Bestia.
Le creature a tre occhi, d'altro canto, quella stessa sera, cercarono di convincere la Bestia a
comportarsi come un gentiluomo con Belle, così che la ragazza non lo avrebbe
più visto come un animale da coccolare o portare a passeggio, ma come un uomo:
se fosse riuscito a farsi amare da lei, avrebbe potuto spezzare l'incantesimo.
La Bestia provò così a invitare Belle a cena, ma lei rifiutò
con ostinazione. Solo più tardi la ragazza decise d'uscire dalla camera da
letto, alla ricerca di qualcosa da sgranocchiare. Il suo stomaco brontolava e nella mente iniziarono a formarsi immagini di Pringles, di Pancakes con la
Nutella e ogni altra leccornia che il palato le suggerisse.
Le bestioline zampettanti furono felici di vederla varcare
la porta del salone e prepararono una tavola fantastica, con ogni ben di Dio.
Dopo cena, Belle passeggiò nelle sale del castello, attratta
da quel luogo sporco e misterioso che lei credeva incantato. Arrivata all'ala
ovest, ricordò che la Bestia le aveva severamente proibito di metterci piede, ma non riuscendo a
resistere alla curiosità, si inoltrò in quelle stanze.
"A Harry Potter veniva sempre detto di non andare in questo
o in quel luogo e poi, quando disobbediva, trovava sempre un sacco di cose
interessanti..." pensò, facendo spallucce.
Fu così che scoprì la rosa fatata.
Stava perdendo i petali uno a uno.
Affascinata da quello spettacolo, Belle non si accorse che la
Bestia era proprio lì vicino.
"Perché sei venuta qui?" le chiese pieno di
rabbia, proteggendo la rosa con una zampa.
Belle non lo sapeva, ma quel
fiore rappresentava l'unica speranza di salvezza per la Bestia, l’unico modo
per ritornare finalmente uomo. La ragazza, già risentita con la Bestia per il
fatto di non aver acconsentito alla passeggiata al guinzaglio al chiar di luna, si arrabbiò ancor di più. Ne aveva abbastanza. Girò
in fretta i propri passi e corse fuori dal castello. Balzò a cavallo di
Philippe e fuggì verso la foresta.
I lupi, affamati e anche un pochino annoiati, erano pronti per farle un agguato, pregustando quello spuntino prelibato.
Circondata dai famelici animali, Belle iniziò a pensare
d’aver fatto una grandissima stupidaggine ad andarsene dal castello.
“Miseriaccia, potevo chiudermi nella mia stanza come tutte
le ragazze capricciose, consolandomi con i vestiti di Gucci e di Prada che la
Bestia ha comprato… per la barba di Merlino, ho letto troppi libri! Qui non
c’è il Principe Azzurro pronto a salvarmi! Lupetti, statevene buoni buonini...”
disse Belle, provando un brivido di paura e vedendosi già
trasformata in una bistecca succulenta.
All'improvviso arrivò la Bestia e, mostrando le grandi zanne,
mise in fuga i lupi.
Belle per la prima volta vide nella Bestia non solo un
cagnolino da portare a passeggio, ma un Principe Azzurro pronto a salvarla.
"Ok, forse i libri descrivevano il principe un tantino più
bello, ma ha un castello ed è sicuramente meglio di Gaston. E poi con tutto
quel pelo si può risparmiare sul riscaldamento..." pensò, improvvisamente
preoccupata della bolletta dell’Enel.
Belle decise così di restare con la Bestia: lui l'aveva
salvata rischiando la vita, più o meno.
Tornarono a castello, entrambi a piedi
visto che Philippe si era rifiutato di caricare la Bestia sul proprio dorso,
e per la prima volta parlarono seriamente: discussero di libri, di feste, di
abiti e la Bestia le spiegò perché fosse tanto mostruoso.
"Grazie per avermi salvato la vita," mormorò Belle.
La Bestia rimase molto colpito dalle sue parole gentili.
Dolcezza, buone maniere: ecco quello che a lui mancava. Doveva cambiare! Non poteva
rimanere il solito sciocco sprovveduto, tutto feste e belle donne. Se quella famose sera d'inverno avesse ospitato la vecchietta, la fata non lo avrebbe mai trasformato in un orribile bestia pelosa e bavosa.
In fondo aveva un animo nobile: era pur sempre un principe.
Per cominciare diventò un perfetto padrone di casa, un vero gentiluomo e anche
un ballerino fantastico. Belle si accorse del cambiamento, fu così che si dimenticò del guinzaglio
e cominciò a vederlo più come uomo che come un grosso mastino inglese.
Belle sarebbe riuscita ad amarlo?
La ragazza si sentiva felice, ma sentiva che qualcosa le
mancava: l’affetto di suo padre, dello stesso padre che l’aveva guidata anno
dopo anno, che le aveva regalato il primo libro delle 50 Sfumature e che quando
era bambina le leggeva “I racconti del terrore” di Edgar Allan Poe.
La Bestia, per mettere pace al cuore confuso di Belle, le
diede uno specchio magico, con il quale la ragazza poteva vedere Maurice. L’immagine
che lo specchio le restituì, però, preoccupò ancor di più Belle: suo padre era solo, nel
bosco, ed era in pericolo. Oh, se solo avesse potuto raggiungerlo.
La Bestia si
era davvero innamorata di Belle e fu così che, per la felicità di lei, le donò
lo specchio magico e la lasciò andare alla ricerca del padre. Belle trovò il
padre nel bosco, indebolito dal freddo e mezzo malato. Decise di portarlo a
casa, affinché si stabilizzasse, con l’idea però di tornare veloce veloce dal suo
Principe-bestia.
La felicità per la guarigione del padre, pochi giorni dopo, con immensa sfortuna di
Belle durò poco.
Gli abitanti del villaggio, guidati da Gaston, arrivarono
per portare Maurice in manicomio, dicendo che aveva perso la testa: parlava di
castelli, di bestie a sei zampe e tre occhi, di un grosso mastino inglese...
In
realtà si trattava di una perfida idea di Gaston, il quale avrebbe fatto
liberare Maurice solo se Belle lo avesse sposato. La ragazza sapeva che Maurice
aveva detto la verità. La Bestia esisteva davvero e lei poteva dimostrarlo,
grazie allo specchio magico. Quando gli uomini videro il padrone del castello
con un fiocchetto blu al collo, un dono che Belle gli aveva fatto prima della partenza, risero
di gusto, iniziando a schernirlo. La vista delle bestiole a sei zampe, con i tre occhi, però spaventò
il popolo che si era radunato attorno alla casa.
Belle cercò di spiegare loro che
non erano malvagie, che in verità erano delle bellissime ragazze schiave di una
maledizione, ma Gaston indusse tutti i presenti a credere che dovessero essere eliminati, geloso dell’affetto che la ragazza nutriva verso quelle strane
creature, Bestia compresa.
Gli uomini, guidati dal palestrato pseudo-attore, partirono alla volta del
castello, decisi a fare una strage di bestiole a tre occhi. Usando il tronco di
un albero, riuscirono a sfondare il portone del castello.
La battaglia per la sopravvivenza cominciò. Le bestioline,
capitanate da Bric e Chicca, difesero il castello con tutte le loro forze,
mettendo in fuga i popolani.
Gaston nel frattempo era deciso a trovare la Bestia, setacciando
ogni corridoio del castello.
La Bestia, pieno di tristezza per la partenza di
Belle, sembrava non preoccuparsi minimamente di quello che stava avvenendo tra
le mura di casa. Era tutto affranto all'idea che Belle non tornasse più. "Se
le avessi promesso di mettere il guinzaglio, facendomi portare a spasso come un
cagnolone mansueto, forse sarebbe tornata più velocemente."
Per quella donna
avrebbe fatto qualsiasi cosa.
Gaston approfittò dei sogni a occhi aperti della bestia e
tese l'arco, colpendolo una prima volta. La Bestia però non reagì. Gaston allora,
contrariato da quel comportamento indifferente, spinse la Bestia sul terrazzo
del castello.
All'improvviso Belle entrò a cavallo nel cortile del palazzo.
Nel vedere la ragazza, la Bestia sentì rinascere la speranza
e cominciò a lottare, mostrando le
enormi zanne al palestrato pomposo che si ritrovava davanti. Gaston, iniziò ad
aver paura, ma non smise di sfidare il suo rivale: si sarebbe portato via Belle
per sempre.
"Sei innamorato di lei, Bestia? Pensavi davvero che
avrebbe voluto te, quando poteva avere un figo come me?"
Belle intanto salì di corsa le scale, cercando di
raggiungere velocemente la sua amata bestia. Durante la lotta, la Bestia afferrò
Gaston per il collo, inducendolo a supplicare.
"Farò qualunque cosa!"
"Vattene" rispose la Bestia, appoggiandolo sul
cornicione.
Belle era già sul terrazzo. La Bestia si arrampicò raggiungendola,
quando Gaston, da perfetto traditore, lo colpì alle spalle.
Nel tentativo di colpire una seconda volta la Bestia, perse
l'equilibrio e precipitò nel fiume che circondava il castello: la degna fine di
uno st****o! No, in verità Gaston non morì... fece un bagnetto e tutto
infreddolito decise di tornare alla taverna per scaldarsi, dimenticando Belle e
decidendo di incanalare tutto quell'amore verso se stesso.
Belle intanto era disperata: la Bestia era stata gravemente ferita.
"Non lasciarmi! Giuro che non ti chiederò più di andare
a passeggio col guinzaglio e non me ne andrò dal castello" disse piangendo.
Poi aggiunse "Ti amo bestiolina..."
E prima che la Bestia chiudesse gli occhi per sempre, la
rosa fatata perse l'ultimo petalo. In quel momento luci magiche cominciarono a
scendere dal cielo. Una pioggia di scintille avvolse il corpo della Bestia, sollevandolo
in aria. Belle non lo sapeva, ma aveva appena spezzato l’incantesimo. L'amore
aveva vinto!
Si, la Bestia era riuscita ad amare e a farsi amare prima
che la rosa sfiorisse e così tornò a essere un principe, il Principe Azzurro di
Belle.
Lei, che era innamorata della Bestia, per un attimo non
capì. Ma poi vide negli occhi del giovane la stessa dolcezza che aveva
conquistato il suo cuore e riconobbe in quell'uomo il mastino inglese del quale
si era innamorata. Anche gli altri abitanti del castello furono liberati
dall'incantesimo e con grande disappunto di Belle, Bric e Chicca si trasformarono
in bellissime ragazze dai vestiti succinti. Il principe confessò a Belle che le
ragazze erano delle cubiste prima che fossero trasformate e lei, gelosa, ma
decise a non farsi rovinare il suo "felici e contenti", le fece subito vestire
con qualcosa di più adatto.
Quel giorno, sotto lo sguardo commosso di papà Maurice,
Belle e il principe danzarono a lungo. Lui le regalò una stanza piena di libri
e lei bruciò il collare con il quale intendeva portarlo a passeggio.
La gioia era finalmente tornata nel castello.
Alla taverna di Gaston però quella sera si presentò una
vecchietta con una rosa in mano…
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